I CAMPI  FLEGREI
Modesto Omaggio
alla città in cui vivo.

 
Oreste De Santis
I Campi Flegrei sono una vasta area di
origine vulcanica situata a nord-ovest della città di Napoli; la parola "flegrei" deriva dal greco flègo che significa "brucio", "ardo". Nella zona sono tuttora riconoscibili almeno ventiquattro tra crateri ed edifici vulcanici, alcuni dei quali presentano manifestazioni gassose effusive (area della Solfatara) o idrotermali (ad Agnano, Pozzuoli, Lucrino), e sono causa del fenomeno del bradisismo   riconoscibile  nel cosiddetto tempio di Serapide a Pozzuoli e causa
dell''evacuazione del Rione Terra
del  2 Marzo 1970.

POZZUOLI BAIA - CUMA - BACOLI - MISENO - MONTE DI PROCIDA - TORREGAVETA

       

Piscina Mirabilis 

 

La Piscina Mirabilis è un monumento archeologico romano sito nel comune di Bacoli, nella Città metropolitana di Napoli.Costruita in età augustea a Miseno, sul lato nord-ovest del Golfo di Napoli, originariamente era una cisterna di acqua potabile. Il nome attuale le fu attribuito nel tardo Seicento.[1] Si tratta della più grande cisterna nota mai costruita dagli antichi romani, ed aveva la funzione di approvvigionare di acqua le numerose navi della Classis Misenensis, poi divenuta Classis Praetoria Misenensis Pia Vindex, che trovava ormeggio e ricovero nel porto di Miseno.La cisterna venne interamente scavata nel tufo della collina prospiciente il porto, ad 8 metri sul livello del mare. A pianta rettangolare, è alta 15 metri, lunga 70 e larga 25, con una capacità di 12.000 metri cubi.

 
       

Tempio di DIana

 

INei pressi della soppressa stazione ferroviaria di Baia, sola in mezzo al verde di un podere, si erge imponente la più grande delle cupole baiane. Identificata come tempio, per il rinvenimento di un bassorilievo con animali e di un fregio con iscrizione inneggiante alla dea della caccia, in realtà è quanto rimane di un’antica aula termale, il resto più considerevole di un palatium cum stagno realizzato da Alessandro Severo nel primo quarto del III secolo d.C.

 

 
       

Tempio di Venere

 

lL culto di Venere a Baia è attestato da diverse iscrizioni lapidee e, stando agli storici, almeno due dovevano essere i templi eretti in onore della dea. Da Stazio apprendiamo che a Baia si prestava culto a Venere Lucrina, in un tempio eretto in suo onore, il quale doveva determinarsi sulle alture sovrastanti l’omonimo lago. Viceversa, il fortuito ritrovamento di una lastra di marmo, nei pressi del Castello Aragonese con iscrizione (relativa al III secolo d.C.), attesta l’esistenza, non lontano dallo stesso maniero, di un tempio dedicato alla Venere Celeste.

 
       

Tempio di GIove - Terrazza Cumana

 

 

Durante l'età greca, probabilmente tra il VI[1] e V secolo a.C.[2], venne costruito un primitivo tempio dedicato a Demetra, divinità molto venerata dai cumani; il tempio di Giove, di cui però non si ha alcuna testimonianza che fosse effettivamente dedicato a Giove[3], sorse sul precedente tempio e venne costruito alla fine del I secolo, in età augustea[1]; tra la fine del V e l'inizio del VI secolo venne trasformato in basilica cristiana, dedicata a san Massimo martire[4] e diventando cattedrale della diocesi di Cuma; in questo periodo subì notevoli mutamenti[2]. Fu abbandonato nel XIII secolo a seguito dello spopolamento di Cuma ed esplorato tra il 1924 ed il 1932.

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